martedì 9 giugno 2009

Cosa scrivono i quotidiani sulla situazione del Casilino 900

CRONACA 24
E' in corso a Roma una protesta dei comitati di quartiere contro il campo nomadi Casilino 900. Circa 50 persone si sono radunate in via dei Romanisti. Ci accusano di furti e di accendere fuochi, ma non e' vero - interviene Najo Adzovic, portavoce del campo rom Casilino 900 -. Abbiamo paura, non accendiamo piu' fuochi, come promesso al sindaco, e temiamo possano aggredirci''.-

IL MESSAGGERO
ROMA (28 maggio) - Una cinquantina di persone ha organizzato una protesta contro il campo nomadi Casilino 900. Parzialmente bloccata viale Palmiro Togliatti. I manifestanti si sono radunati in via dei Romanisti. Sul posto la polizia di Stato.Il presidente del comitato di quartiere di Torre Spaccata Bruno Venuta, presente tra gli altri cittadini, ha detto che la manifestazione «non è stata organizzata dal Comitato di Quartiere ma è nata spontaneamente dai cittadini a causa dell'ennesima nube di fiumi tossici provenienti dal campo nomadi». Nessuna minaccia ai rom, spiega, ma l'obiettivo è la richiesta al sindaco di «tutelare i diritti e la salute di chi abita qui».I nomadi: abbiamo paura. «Queste persone hanno megafoni e cartelli - spiega Najo Adzovic, portavoce del campo rom Casilino 900 - e chiedono al sindaco Alemanno di rispettare gli impegni presi e di sgomberarci. Ci accusano di furti e di accendere fuochi, ma non è vero. Abbiamo paura, non accendiamo più fuochi, come promesso al sindaco, e temiamo possano aggredirci».


ROMATODAY
Un quartiere pronto alla rivolta, arrabiato per le promesse mancate delle istituzioni, impaurito dalla microcriminalità e preoccupato per la salute dei suoi cittadini. Benvenuti a Torre Spaccata, una delle tante zone di periferia della Capitale, ai confini tra settimo e ottavo municipio, dove la legalità sembra essere sospesa, con il beneplacito delle istituzioni. Ieri la rabbia dei residenti è esplosa in maniera spontanea e niente affatto organizzata. Una manifestazione che ha bloccato la Togliatti, strada che segna il confine di questo territorio che da anni lotta contro il degrado e l'illegalità dovuti al Casilino 900. Cinquanta persone, scese in strada per dire basta a quel campo rom il cui sgombero doveva essere una priorità del sindaco Alemanno e che invece è ancora lì a provocare rabbia e sconforto ai cittadini. “C'è un'illegalità diffusa”, ci racconta il vice presidente del Comitato Torre Spaccata Antonio Cioffi. “Ogni giorno siamo alle prese con episodi di microcriminalità da parte dei nomadi, ma soprattutto con i roghi e i relativi fumi tossici”.
Ogni sera, denuncia il comitato, c'è un incendio. “Vengono bruciati pneumatici, cavi, plastica”, spiega Cioffi, “e le nostre case ogni sera vengono riempite da diossina. Ieri, esasperati, i cittadini sono scesi in strada, senza sollecitazione alcuna da parte del comitato. E se non verrà risolta la questione siamo pronti a rifarlo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane”. Il Sindaco Alemanno aveva promesso interventi, ma come ci conferma Cioffi, nulla, o quasi, è stato fatto: “L'estate scorsa protestammo duramente e a settembre furono messe delle guardie davanti al Campo Rom. I risultati per un po' si videro, ma dopo qualche mese le guardie furono tolte e si è tornati nella situazione di prima”.
La protesta dei cittadini è contro le istituzione. Cioffi ci spiega anche una situazione piuttosto particolare che complica ancora di più la situazione: “Torre Spaccata di fatto si trova nell'ottavo municipio, mentre il campo del Casilino 900 è nel settimo municipio. Il problema è che nel settimo municipio non vivono gli stessi disagi che viviamo noi. In passato ci siamo mobilitati ed abbiamo chiesto interventi all'ottavo municipio, al settimo, al Comune. Nessuno però ha preso provvedimenti. Stavolta continueremo a protestare, fin quando nessuno ci darà ascolto”.

IL MESSAGGERO
ROMA (16 maggio) - Lavori e vigilanza nei campi regolari dal 1° giugno, più fondi dal governo per concretizzare un lavoro che punta «a coniugare legalità e integrazione». Il piano nomadi per Roma entra nella fase dell’applicazione concreta. L’annuncio arriva dal sindaco Gianni Alemanno, dopo l’incontro di ieri mattina con il ministro dell’Interno Roberto Maroni e il prefetto Giuseppe Pecoraro: «Abbiamo fatto un briefing per fare il punto sul piano nomadi, che esporremo subito dopo l’inizio dei lavori, stabilito per il primo giugno». Ma non solo: il Campidoglio ha chiesto al Governo altri fondi, per gestire nei prossimi due anni la progettata “rivoluzione” del piano nomadi. Si comincerà dai lavori in tre campi, scelti tra quelli che resteranno attivi: «Il lavoro prevede la bonifica, il miglioramento delle condizioni igieniche e di sicurezza - spiega Alemanno - Una cosa deve essere chiara: non saranno più tollerate attività illegali all’interno dei campi, come spesso è avvenuto in realtà come il Casilino 900. Le nuove strutture non saranno più dei territori fuori dalla legge. La vigilanza privata garantirà due aspetti fondamentali: nelle strutture potranno entrare soltanto le persone autorizzate e, all’interno, non si potrà più condurre attività criminose». La durata dei lavori sarà di circa tre mesi: «Puntiamo a completare l’intervento nei primi tre campi entro la fine dell’estate - sottolinea il sindaco - Entro la fine dell’anno completeremo tutto il quadro, che prevede la ristrutturazione dei sette insediamenti realizzati e la realizzazione di un nuovo campo». Già nota la lista dei campi nomadi che resteranno attivi: Candoni, Castel Romano, Gordiani, Lombroso, Salone, Cesarina e River. A questi, come ha più volte annunciato il prefetto, dovranno essere aggiunte altre aree, probabilmente due o tre. Ma niente maxi-campi. «Abbiamo già emesso il bando di gara per l’assegnazione del servizio di vigilanza privata nei campi, che sarà assegnato venerdì prossimo - dice Sveva Belviso, assessore capitolino alle politiche sociali - Dal 1° giugno le guardie giurate cominceranno a lavorare, anche durante gli interventi di ristrutturazione dei campi, per far rispettare la legge e le norme contenute nel regolamento dei campi nomadi a Roma e nel Lazio, approvato dalla Prefettura nei mesi passati». Il piano, che quindi diventerà effettivo dall’inizio dei giugno, prevede poi la graduale chiusura degli altri campi nomadi, a partire dal Casilino 900 e da Tor de’Cenci, e la rimozione sistematica dei tanti insediamenti spontanei che sorgono, a macchia di leopardo, nei vari quadranti della città e sulle rive dei due fiumi. Con Maroni, Alemanno ha parlato anche di fondi: «Attualmente abbiamo a disposizione 23 milioni di euro, tra le risorse stanziate da Stato, Regione e Comune - osserva il sindaco - Ma abbiamo chiesto al ministero di mettere altri fondi, per gestire la situazione in questi due anni. I soldi non serviranno solo per i lavori, ma anche per la vigilanza dei campi, che è un’aspetto fondamentale del piano». La fase operativa del piano nomadi «consisterà nel sistemare i campi esistenti, metterli a norma e dove possibile ampliarli - conferma Pecoraro - Una volta acquisita la consistenza degli ampliamenti, decideremo se e dove realizzare nuove aree. Gli eventuali nuovi campi verranno realizzati nei municipi che non li hanno, per fare in modo che tutti i municipi di Roma abbiano la possibilità di ospitare campi nomadi». «Anche noi stiamo vedendo con chiarezza l’effetto delle promesse elettorali di Alemanno - ironizza Pino Battaglia, consigliere provinciale del Pd - che ha il coraggio di congratularsi, da solo, con se stesso, quando dopo tanti schiamazzi, ad un anno dell’insediamento il campo nomadi Casilino 900 è ancora lì e non se ne conoscono i destini». Replica Luca Gramazio, consigliere capitolino del Pdl: «L’unica cosa preoccupante che qualcuno continua ad utilizzare il campo nomadi di Casilino 900 per un’inutile polemica, pretestuosa e a uso personale - sostiene Gramazio - Ribadisco che il campo verrà chiuso al più presto».

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